L’area archeologica della via Nomentum-Eretum si trova in località Tor Mancina (Monterotondo), nel terreno del CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, all’interno della Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco.Tale sito è diventato una vera e propria area archeologica dal 2002, grazie all’intervento della sede Mentana-Monterotondo dell’Archeoclub d’Italia, che da allora ne cura la gestione, la manutenzione ordinaria e straordinaria, la costante apertura al pubblico con visite guidate e attività didattiche rivolte a scuole di ogni genere e grado, eventi particolari.
Le due archeologhe dell’Associazione, Sara Paoli e Tiziana Sgrulloni, dapprima sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica per il Lazio (2008- 2016), poi dietro Concessione (dal 2017) ne dirigono anche le indagini archeologiche.
Tali indagini hanno permesso di riportare alla luce un lungo tratto di strada romana pavimentata in basoli di calcare, materiale di cui quest’area è particolarmente ricca. Si tratta della prosecuzione della via Nomentana che, dopo aver collegato Roma a Nomentum (Casali di Mentana), doveva proseguire verso nord fino a ricongiungersi con la via Salaria all’altezza di Eretum (loc. Casacotta, nel comune di Montelibretti).
Come era consuetudine nel mondo romano, ai lati della strada, tra il I sec.a.C./I sec. d.C. e il II/III sec. d.C., sono state deposte diverse sepolture, estremamente variegate per rito funerario, dimensioni, materiali utilizzati e status dei defunti: si va, infatti, da sepolture povere, relative a uomini di rango schiavile, come quelle in semplice fossa terragna o con coperture alla cappuccina o alla mezza cappuccina, a sepolture più imponenti, come i sepolcri nn. 1, 2, 3 e 4, 5 e 6, probabilmente pertinenti a personaggi di un certo rango che dovevano abitare le vicine villae rusticae, di cui il territorio era costellato. Da ultimo si segnalano anche una sepoltura ad incinerazione di cui sono stati eccezionalmente trovati i resti combusti della pira di legno dove è avvenuta la cremazione e la sepoltura intenzionale di un cane. A quanto descritto si va ad aggiungere, a partire dal 2014, un’area a carattere residenziale, tuttora in corso d’indagine.
L'area archeologica ha la fortuna di trovarsi all'interno dello splendido contesto naturalistico della Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco. La Riserva si estende, per 997 ettari, tra la valle del fiume Tevere e i Monti Cornicolani, con andamento prevalentemente collinare, con vaste aree destinate a pascolo e uso agricolo. L’area è tutelata sia per il valore botanico dei suoi frammenti forestali che per l’intenso carsismo che si manifesta con grotte, inghiottitoi, “sventatori”, doline; fra queste ultime spicca il Pozzo del Merro, dolina di crollo tra le più profonde del mondo.